I cosmonauti russi Sergey Ryazanskiy ed Oleg Kotov e l'astronauta americano Mike Hopkins sono tornati nella notte sulla Terra (alle ore 9:24 locali), accolti dal panorama innevato della steppa del Kazakistan, con una temperatura di -18°C.
Il maltempo aveva fatto temere per uno slittamento del rientro.
Nelle ore che lo hanno preceduto, la squadra di recupero a bordo della flotta di elicotteri MI-8, non riuscendo a raggiungere la zona di atterraggio per il forte rischio di formazione di ghiaccio sui rotori, aveva dovuto fare ritorno alla base di Karaganda, a 380 km di distanza, poi si è deciso comunque di procedere, e c'è stato il distacco della Soyuz dalla ISS.
Dopo essere arrivati a distanza di sicurezza, il comandante Kotov ha acceso i motori per 4 minuti e 50 secondi per imprimere alla Soyuz un rallentamento di 460 km/h.
Un membro dell'equipaggio ha detto "Everything is fine on board. Pressure is stable, everything is normal".
Poco prima di entrare in contatto con l'atmosfera, ad una quota di 140 km, i tre moduli della Soyuz TMA-10M si sono separati, ed il modulo centrale con l'equipaggio ha orientato il suo scudo termico in avanti per sopportare l'estremo surriscaldamento del rientro.
Le fasi successive del rientro sono avvenute senza problemi ed il paracadute principale si è aperto ad una quota di circa 10 km, rallentando la capsula a 25 km/h (7 m/s). Non è stato possibile filmare queste fasi del rientro a causa delle fitte nuvole nella zona.
Ad un metro da terra, i sei retrorazzi si sono accesi rallentando la capsula a 1,5 m/s.
Solo 4 dei 12 elicotteri della squadra di soccorso e recupero hanno raggiunto la zona di atterraggio. Il personale non essenziale è rimasto a terra a Karaganda.
Michael Hopkins, dopo essere stato estratto dalla capsula, ha ringraziato il comandante Kotov dicendo: "I feel great. Thanks, Oleg. Thanks for getting me home".
Discostandosi eccezionalmente dalla pratica comune, a causa del maltempo e del ridotto personale, non è stata allestita la tenda di soccorso per i primi controlli medici, ma l'equipaggio è stato subito reimbarcato e riportato indietro a Karaganda. Una volta lì, l'equipaggio si è separato: Kotov e Ryazanskiy hanno continuato per Star City, vicino Mosca, mentre Hopkins si è imbarcato su un jet della NASA per il lungo viaggio di ritorno al Johnson Space Center di Houston.
Hopkins, che aveva lasciato a terra moglie e due figli ha detto: "La cosa migliore di ogni partenza è il ritorno a casa. Sarà stupendo riunirmi alla mia famiglia".
In orbita sono rimasti Koichi Wakata, Mikhail Tyurin e Rick Mastracchio, a due mesi dal loro arrivo.
Durante la cerimonia del passaggio di consegne, svoltasi lo scorso fine settimana, Wakata ha assunto il comando della ISS, diventando il
primo astronauta giapponese a comandare il complesso orbitante.
Chissà che titoli sui giornali!!
Wakata, Tyurin e Mastracchio resteranno da soli fino al 25 marzo, giorno in cui partirà da Baikonur la Soyuz TMA-12M, col prossimo equipaggio formato dal comandante Alexander Skvortsov, e dagli ingegneri di volo Oleg Artemyev e Steve Swanson.
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Fonte: SpaceFlightNow